Dalla Moravia, una meteora all’avanguardia

A Tabor, in Repubblica Ceca, per la precisione nella Boemia meridionale, si terranno i prossimi 30 e 31 Gennaio i Campionati del Mondo 2010 di Ciclocross. La stessa città ha già ospitato la rassegna iridata nel non lontano 2001. In quell'occasione i corridori cechi, che vantano una buona tradizione nel ciclocross e che correvano in casa, hanno fatto incetta di medaglie in tutte le categorie.

Dato curioso, parecchi corridori in quel mondiale gareggiavano su biciclette con telaio e forcella (e spesso anche reggisella e attacco manubrio) rigorosamente in titanio marcate MORATI e con tubolari TUFO, il tutto di produzione ceca. In particolare è targato MORATI (oltre che tutto ceco) il podio completo degli juniores, con Martin Bina, Radomir Simunek Jr. e Jan Kunta, e hanno corso su MORATI il 1o (il belga Sven Vanthourenout) e il 3o (il ceco David Kasek) classificati tra gli U23 e il 5o classficato della categoria Elite, Jiri Pospisil.

Mentre TUFO è ancora saldamente presente sul mercato con i suoi tubolari senza camera d'aria, per il ciclocross ma per tutte le discipline ciclistiche e anche – unico produttore – per i cerchi da copertoncino, il marchio MORATI è invece sparito dalla circolazione.

La MORATI Titanium Bicycle Components era nata nel 1995 come divisone dedicata alla produzione di telai e componenti in titanio per biciclette speciali da competizione della società Mora-Moravia Aero, fondata nel 1951 e specializzata nella produzione di componenti speciali per motori a turbina per l'industria aeronautica. Il nome MORATI è infatti semplicemente la contrazione di MORA e TItanium.

La Mora-Moravia Aero era a sua volta la divisione aeronautica dalla Mora-Moravia, storica azienda ceca, fondata nel 1825 a Olomuc, in Moravia appunto, per la produzione di stufe e forni, che continua tutt'oggi la sua attività con una vasta gamma di prodotti per la cottura: forni e piani cottura a gas, elettrici, a microonde, ecc…

Varata subito dopo la nazionalizzazione della Mora-Moravia, avvenuta nel 1946, all'inizio della sua attività la nuova divisione aeronautica produceva solo per l'industria militare. In particolare realizzava componenti utilizzati nei temibili caccia di fabbricazione sovietica MIG, che venivano prodotti su licenza anche in Cecoslovacchia.

Il crollo del regime comunista in Cecoslovacchia (1989) determino' una brusca caduta della domanda di componentistica aeronautica per impieghi militari e l'azienda, persa una gran parte del proprio mercato, si oriento' verso il settore aerospaziale.

Nel 2000 prese quindi il nome di Mora Aerospace (oggi parte di Honeywell Czech Republic), ha tuttora sede a Olomouc e ha sviluppato una grande competenza in ambito metallurgico e in particolare nella saldatura e lavorazione meccanica di materiali speciali ad alta resistenza al calore e alla corrosione e delle leghe di titanio – il tutto in conformità agli elevati standard qualitativi richiesti dall'industria aerospaziale.

Dopo essere stata per anni un partner dei maggiori produttori mondiali di motori a turbina, primo fra tutti la statunitense Honeywell, la Mora Aerospace è stata definitivamente acquisita da quest'ultima nel 2002, nell'ambito dei suoi piani di espansione in Repubblica Ceca. L'acquisizione da parte di Honeywell ha determinato un ulteriore espansione della Mora Aerospace, ma anche la chiusura nel 2006 della divisione MORATI e l'abbandono dell'avventura nel mondo delle biciclette da competizione.

Tra il 1995 e il 2006 MORATI ha sfornato telai e forcelle da strada, ciclocross e mountain-bike, cannotti sella, attacchi manubrio, manubri e appendici, guarniture e pedivelle. Il tutto realizzato rigorosamente in titanio di provenienza russa, saldato a TIG in atmosfera di argon e utilizzando le leghe Ti3Al,2.5V per le tubazioni e Ti6Al,4V per le parti ricavate dal pieno. Il tutto sottoposto agli stessi test di qualità e affidabilità in uso per la componentistica aeronautica.

Il design è asciutto e assolutamente funzionale, senza concessioni di natura estetica o preoccupazioni  "espressive". L'aspetto è robusto, spartano, a volte quasi aggressivo, e ricorda effettivamente un po' l'estetica essenziale degli aerei militari. La finitura è sempre rigorosamente in titanio naturale, senza verniciature.

Anche il catalogo è decisamente essenziale: conta due modelli di telai da strada (uno standard e uno semisloping), uno da ciclocross, uno per mtb rigida e uno per mtb full-suspended. E poi forcelle, attacchi, reggisella e manubri. Per un buon periodo MORATI è l'unico produttore a proporre sul mercato una gamma completa di forcelle in titanio per strada, mtb e ciclocross, per freni tradizionali oppure a disco.

MORATI sponsorizza atleti e squadre di mountain-bike e ciclocross: corrono su MORATI i team cechi Budweiser-Budvar e Morati-Honeywell e per un periodo il marchio figura come sponsor principale di una squadra di ciclocross, con livrea giallo-nera.

Negli anni hanno corso con telai o componenti MORATI tutti i migliori ciclocrossisti cechi, tra cui Zdenek Stybar, Radomir Simunek Sr, Jiri Pospisil, Martin Zlamalik, Martin Bina, David Kasek e anche il belga Bart Wellens e la tedesca Hanka Kupfernagel.

L'avventura MORATI dura come si è visto una decina d'anni. Oggi che l'azienda non esiste piu' i prodotti MORATI sono diventati quasi oggetti di modernariato. C'è un sito non ufficiale, nato in Ungheria da alcuni appassionati del marchio, che cerca di raccogliere immagini e notizie delle biciclette MORATI sparse in giro per il mondo.

Campionati Italiani Ciclocross all’Idroscalo

Dopo che la pioggia ha innaffiato abbondantemente le gare della giornata di sabato, domenica invece non piove sul circuito disegnato da Vito Di Tano sulle sponde dell'idroscalo per i Campionati Italiani di Ciclocross 2010 organizzati dal GS Guerciotti. E intorno alle 14,00, quando parte la gara degli Elite, evento conclusivo della due giorni ciclocrossistica milanese, c'è un pallido sole.

36 i partenti in griglia, la consueta volata subito dopo il via per immettersi sul tratto sterrato e poi ai primi passaggi sul traguardo passa in testa Enrico Franzoi nella nuova livrea del team belga BKCP Powerplus, dove si è appena accasato per poter finalmente coltivare come si deve il suo talento di ciclocrossista.

E non poteva scegliere approdo migliore, dato che a condividere con lui la stessa casacca ci sono personaggi del calibro di Niels Albert, campione del mondo in carica,  del figlio d'arte Radomir Simunek Jr. e della giovanissima Sanne Cant, che si è appena laureata il Campionessa nazionale belga 2010, titolo che vale quasi piu' di un campionato del mondo.

Al terzo passaggio sotto lo striscione pero' Franzoi ha già dovuto lasciare la testa della corsa a un indiavolato Marco Aurelio Fontana, che che corre con i colori del Cannondale Factory Racing Team dopo che per anni ha vestito la gloriosa casacca nerostellata del team di casa, il GS Guerciotti.

A vederlo salire e scendere nel fango sulle rampette del percorso sembra che vada fortissimo ma forse quando è in bici a lui sembrerà di andare piano dato che corre anche in motocross e nei rally e sogna di conoscere Valentino Rossi.

Fontana continua nella sua progressione, Franzoi insegue per tutta la gara ma alla fine arriva staccato di 18 secondi è costretto a cedere il titolo, complice anche la sfortuna. Forano infatti entrambi, Fontana proprio nei pressi dei box, Franzoi invece parecchio piu' lontano, il che lo costringe ad arrancare per un bel tratto prima di poter cambiare la bici. Terzo Marco Bianco.

Foto della gara Elite e delle altre gare dei campionati disponibli sul flickr di solobike.

Fango, marubini e cotechino

fango

Il gonfiabile all'arrivo non c'è, ma se ci fosse non potrebbe avere che la forma di un enorme cotechino cremonese. Il fango invece quello c'è, abbondante come ad ogni festa del ciclocross che si rispetti, perché diciamocelo, in fin dei conti senza fango la corsa sarebbe un po' come una minestra insipida.
E dopo non sapremmo cosa raccontarci.

Il fango ti impasta le ruote, i freni, i pedali, i suoi schizzi ricoprono rapidamente con una crosta appiccicosa te e la tua bicicletta. Tu cerchi di attraversarlo e toglierti dal pantano il piu' in fretta possibile e lui invece cerca di attirarti a sé.

Tu arranchi con il naso sul manubrio e lo sguardo per terra, e lui è sempre li', a meno di un metro sotto di te che non la smette di muoversi e sgusciare sotto le ruote che non riescono a trovare appiglio. 

Tu ti sforzi di apparire serio, concentrato, convinto di quello che stai facendo e lui ti guarda con il sopracciglio alzato, si mette a sghignazzare, irride i tuoi sforzi.

Quest'anno siamo arrivati in 85 il giorno della Befana a farci prendere in giro dalla mota a Villarocca di Pessina Cremonese, che per un giorno diventa Rockville, l'ormai tradizionale teatro dei Campionati Italiani di Ciclocross Singlespeed, grande festa del cross monomarcia, giunta alla terza edizione.

85 pazzi piu' o meno in mutande nell'aria fredda di gennaio a macinare melma su biciclette senza cambio per un'ora. Uno spreco di energia indicibile. Migliaia di calorie gettate al vento. Roba che se anziché in sella ci avessero messo una metà a tirare la sfoglia e l'altra metà al tritacarne a passare il ripieno c'era da confezionare marubini per sfamare un reggimento.

Marubini, cotechini e altre prelibatezze invece ci arrivano per pranzo, quando ormai la trance agonistica è cessata e abbiamo già ripreso conoscenza grazie al vin brulé e al té caldo somministratici in modo provvidenziale sotto il gazebo subito dopo l'arrivo.

I volti dei nuovi campioni italiani 2010 e la classifica completa li trovate su singlespeed-italy.com, altre impressioni della gara su sui blog di ciclistica e la stazionedellebiciclette. Le foto della kermesse sono disponibili a decine su:

Coda
Dirtyink
Laflammerouge
Naoto
Orme
Pro-M
Spiedo

Grazie a tutti e alla prossima!