Quel sorriso di chi sapeva capire gli uomini

franco ballerini

Se n' è andato un uomo onesto che è stato grande corridore e grande ct. Questo è stato Franco Ballerini, e ne scrivo col cuore pesante, come tutte le volte che se ne va, giovane, qualcuno che ci mancherà, qualcuno che ha fatto la sua parte con dignità, serietà , impegno e ottenere questo risultato nel ciclismo è forse più difficile che in altri sport.

Al Nord, tra una birra e l' altra, dicono che solo i grandi corridori vincono la Roubaix. E' vero. Ballerini ne ha vinte due, più un secondo e un terzo posto. Per vincere la Roubaix bisogna saper andare fino in fondo alla fatica, è una corsa che succhia l' anima e i nervi. Per vincere a Roubaix bisogna saper mangiare polvere e fango, essere acrobatici e potenti.

L' ultima volta l' avevo visto lunedì scorso, alla presentazione della nuova squadra di Ernesto Colnago. Sorridente come sempre, era arrivato a braccetto con Alfredo Martini, il grande saggio che lo vedeva come un figlio. E lui, Martini come un padre. Alfredo si era seduto a un tavolo con me, Adorni, Colnago, e Ballerini premurosamente era andato al buffet a prendergli un piatto di qualcosa, un calice di vino. Poi s' era seduto anche lui, con quel sorriso garbato, da bravo ragazzo.

Era, come Martini, uno di quelli capaci di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Era l' ottimismo della volontà. Con lui l' Italia ha vinto in otto anni quattro campionati del mondo (Cipollini, due Bettini, Ballan) e l' oro olimpico (ancora Bettini). Capiva molto di ciclismo, Ballerini, ma anche di uomini. E' questo che fa la differenza tra un tecnico e un bravo tecnico.

Ed è il fresco ricordo della sua umanità aperta, sincera, è il pensare al dolore della sua famiglia a rendere più buio l' orizzonte e più pesante la frase che non si vorrebbe mai scrivere: ti sia lieve la terra, Franco Ballerini. E' stato bello fare un pezzo di strada con uno come te.

di Gianni Mura, pubblicato su Repubblica – 08 febbraio 2010 – pagina 48 –  sezione: SPORT