Filippo Ganna

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Filippo Ganna ha vinto la medaglia d’oro nell’inseguimento individuale ai Campionati del Mondo di Ciclismo su pista svoltisi a Londra la settimana scorsa. Filippo si chiama Ganna come il vincitore del primo Giro d’Italia, nel 1909, ma non sono parenti. L’ultima volta che l’Italia ha vinto una medaglia d’oro nell’inseguimento individuale è stato nel 1976, con Francesco Moser. Filippo Ganna oggi ha solo 19 anni e si, si sapeva che in bici andava forte, pero’ forse nessuno si immaginava cosi’ forte. E da subito. Insomma il disegnino qui sopra se l’è proprio meritato.

Un’americana di 266 km

Ieri Mark Cavendish ha messo ancora una volta in fila il gruppo. Questa volta pero’ eravamo nientemeno che ai Campionati del Mondo su strada 2011, a Copenaghen. E il buon Mark dall’Isola di Man, ventisei anni, due gote perennemente rosse e un metro e settanta di muscoli guizzanti di potenza, si è portato a casa la maglia iridata, che si terrà sulle spalle per tutta la prossima stagione. Mark sarà giovane ma non è mica nato ieri. E questa non è la prima maglia con le strisce dell’arcobaleno che ripone nell’armadio. E’ la terza. Quando si è preparato e vestito per andare a lavorare, ieri mattina, Mark non si è messo la solita maglia e i calzoncini con le bretelle. Si è invece presentato sulla linea di partenza tutto attillato nel suo body con la zip lunga, le maniche che finiscono a metà dell’avambraccio e senza tasche dietro. Un vezzo? Forse. Ma il vezzo di uno che deve andare veloce. Lo stesso che indossava quando correva in pista, dove, guarda caso, Mark ha vinto le altre due maglie iridate. Campione del Mondo nell’Americana nel 2005 (in coppia con Robert Hayles) e nel 2008 (con Bradley Wiggins).

E sulla linea d’arrivo Mark si è presentato puntuale fasciato nel suo body e anche con un guscio aerodinamico trasparente sul casco. Se sia partito cosi’ oppure se lo sia messo strada facendo, non ho indagato. Alla televisione italiana ieri dopo la corsa i commenti dei sedicenti esperti si sprecavano, è stato un mondiale per velocisti, percorso troppo piatto, sbagliato, Cavendish non è il campione del mondo ma solo il campione del mondo dei velocisti… salvo poi invece leccarsi i baffi se il mondiale nella categoria femminile sullo stesso identico circuito lo vince Giorgia Bronzini oppure Mario Cipollini come a Zolder 2002. Chiacchiere da bar. Del resto l’Italia, che ieri della corsa ci ha capito poco o nulla, o semplicemente non aveva un corridore all’altezza della situazione, la sua illustre tradizione della pista – che farebbe tanto comodo su circuiti del genere – l’ha da tempo rinnegata.

Ma Mark Cavendish non si cura delle chiacchiere. E’ il campione del mondo su strada del 2011. Anche se lui, ieri, correva in pista. E’ filato via come sul parquet e ha lasciato gli altri ad arrancare sull’asfalto. Loro si, hanno corso su strada.